Con Calvino però, accade proprio questo. In molte delle sue opere tra cui "Le cosmicomiche", "Ti con zero", "Il castello dei destini incrociati" e "Le città invisibili",infatti, egli cerca di esplicitare quei meccanismi di combinazione di un numero finito di possibilità che stanno alla base della letteratura e per questo tali libri contengono frequenti riferimenti scientifici, alla paleontologia, alla fisica e soprattutto alla matematica. In particolare, "Le cosmicomiche" e "Ti con zero" sono raccolte di racconti nei quali Calvino immagina strani mondi governati di volta in volta da leggi fisiche diverse, che si richiamano a quelle del mondo reale ma sono applicate in modo ipotetico.
“Cosicchè io ora che ho deciso d’abitare per sempre questo secondo t0 – e se non l’avessi deciso sarebbe lo stesso perché in quanto Q0 non posso abitarne nessun altro – ho tutto l’agio di guardarmi intorno e contemplare il mio secondo in tutta la sua estensione. […] Riassumendo: per fermarmi in t0 devo stabilire una configurazione oggettiva di t0; per stabilire una configurazione oggettiva di t0 devo spostarmi in t1; per spostarmi in t1 devo adottare una qualsiasi prospettiva soggettiva, quindi tanto vale che mi tenga la mia. Riassumendo ancora: per fermarmi nel tempo devo muovermi col tempo, per diventare oggettivo devo mantenermi soggettivo.”
(Calvino, Cosmicomiche, 1967).
Fonti: